giovedì 10 gennaio 2013

Lezione 1 - Baduk e Scacchi a confronto


Nel mondo ludico, esistono veramente pochi giochi che hanno superato con successo la prova del tempo ed ancor meno sono quelli capaci di affermarsi oltre i limiti di un’unica regione culturale, tra di essi il Baduk[1] è degno di nota per il suo costante e diffuso successo.

Per oltre 2.500 anni, il Baduk ha rappresentato molto più di un gioco per moltissime persone: è stato considerato come un’arte, una scienza ed anche uno strumento pedagogico in Corea, Cina e Giappone, oltre a diffondersi nel mondo occidentale. Oggi offre non solo divertimento ed il brivido della competizione, ma costituisce un utile strumento per lo studio delle facoltà della mente umana e dell’intelligenza artificiale.

Il Baduk viene spesso messo a confronto con gli Scacchi, che è un altro gioco antico molto popolare. A differenza dei giochi che si basano sul caso e la fortuna, come ad esempio i dadi o le lotterie, infatti, sono entrambi giochi di strategia. In tutti e due quindi il movimento dei pezzi si basa unicamente sul ragionamento e la tattica dei giocatori. Tuttavia il Baduk e gli Scacchi presentano sensibili differenze che li distinguono, essendosi sviluppati in maniera indipendente ed in regioni diverse del globo.

I pezzi degli Scacchi imitano la vita reale e sono classificati per rango, ovvero come Re, Regina, Alfiere, Cavallo, Torre e Pedone. Ognuno di essi ha la propria natura e le proprie peculiarità  Osservando una partita di Scacchi si ha l’impressione di essere di fronte ad una vera battaglia del medioevo europeo. I pezzi del Baduk, per contrasto, sono palline, o “pietre”. Possono avere una funzione anonima, collettiva o terziaria[2]. Nel corso di una partita, ad un osservatore ignaro appare semplicemente uno spazio composto da pietre bianche e nere frammiste ad intersezioni vuote. Se dovessimo comparare i due giochi potremmo dire che sono entrambi delle simulazioni di vita, ma mentre gli Scacchi ne sono una concreta imitazione il Baduk è estremamente più astratto.

L’obiettivo degli Scacchi è catturare od uccidere il Re dell’avversario. Quindi entrambi i giocatori faranno del loro meglio per catturare i pezzi nemici al fine di indebolire le difese del Re. Man mano che la partita procede, i pezzi degli scacchi sulla tavola da gioco diminuiranno di uno in uno. Al contrario nel Baduk, non è necessario uccidere quanti più pezzi possibile dell’avversario, dal momento che l’obiettivo è semplicemente quello di ottenere più territorio dell’avversario. Quindi, nel Baduk, il traguardo finale è quello di mettere al sicuro il proprio mondo e lo si raggiunge tramite la competizione con l’avversario, piuttosto che con la sua distruzione.

Gli Scacchi sono a tutti gli effetti la simulazione di una guerra, una guerra istituzionalizzata, regolata e codificata, con un fronte, una retroguardia e delle battaglie. Il Baduk, invece, più che con una mera guerra, ha analogie con l’economia e la politica concentrandosi nell'ottenere il massimo beneficio possibile dalle 361 intersezioni disponibili sulla tavola da gioco.

Se gli Scacchi danno un’esperienza di un modello di guerra tramite una riproduzione astratta di quella reale, il Baduk permette di comprendere la battaglia politica tra due fazioni avverse in un mondo limitato. Quindi lo spirito del Baduk è la costruzione e non la distruzione.

“Il Baduk è armonia” disse Wu Qingyuan, grande maestro di Baduk. Il Baduk può essere un’arte, dal momento che la sua competizione si fonda su questa armonia, ed il Tao[3] del Baduk può essere raggiunto tramite la percezione di questa armonia. Il fine ultimo di queste lezioni è quella di trasmettere questo Tao assieme all'abilità ed alle tecniche legate al Baduk.
Nam Chi-hyung

Traduzione di Marco Falcinelli.



[1] Sebbene in Italia, ed in Europa, il gioco sia conosciuto con il termine GO di derivazione Giapponese, nella trasposizione di queste lezioni si è preferito mantenere il nome BADUK, termine Coreano, per mantenersi fedeli al lavoro originale. Note a piè di pagina come questa esplicheranno ogni scelta di traduzione indicando i relativi termini inglesi/giapponesi/coreani in modo da non confondere il lettore con termini difformi da altre pubblicazioni. Per quanto possibile faremo riferimento al Glossario compilato dal Go Roma Club a cura di Valerio Sampieri e Giordano D’Obici.
[2] Si approfondiranno questi concetti nel proseguo delle lezioni.
[3] Il Tao è un concetto filosofico orientale complesso, pertanto si è deciso di mantenerne il termine nella traduzione. In questo caso indica un concetto simile alla comprensione dei Principi essenziali del Gioco, ma anche alla Percorso da seguire per la loro comprensione.
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