Nella prima lezione, abbiamo brevemente introdotto le idee generali alla
base del Baduk comparandolo agli Scacchi. Ora andremo ad impararne le basi e
le regole.
Il Baduk è un gioco giocato da due persone su di una tavola di legno
attraverso delle pietre.
Diagramma 1 |
La tavola[1] tradizionale
ha una griglia composta da 19 linee orizzontali e 19 verticali, con nove punti
più scuri che vengono chiamati “punti stella”. Questo nome proviene dalla
traduzione del vocabolo Giapponese “hoshi” (stella)[2],
mentre in Corea queste intersezioni vengono chiamate “hwachom”[3],
che significa “punti fiore”, dal momento che le tavole da gioco tradizionale
Coreane riportavano disegni floreali per indicare tali intersezioni. Gli hoshi
servono per indicare i punti dove porre le pietre di vantaggio in caso si
giochi una partita ad handicap. Nel Baduk, infatti, se un giocatore è più forte
concede all'avversario più debole delle pietre di vantaggio da porre sugli
hoshi prima che la partita abbia inizio, in modo da compensare la differenza
d’abilità.
Ad un primo sguardo, la tavola da gioco può apparire quadrata, ma in
realtà non lo è. E’ sempre leggermente più lunga di quanto sia larga, in modo che appaia quadrata dalla prospettiva dei giocatori seduti ai suoi lati. Sul goban possiamo distinguere quattro
angoli, quattro lati, ed un centro. Gli angoli, i lati ed il centro hanno
caratteristiche e funzioni strategiche diverse che impareremo più avanti.
Esistono tavole da gioco più piccole, di norma con griglie 13x13 o 9x9, che
sono raccomandate nell'insegnamento del gioco ai principianti. è infatti più facile per gli insegnanti
illustrare le situazioni di gioco su goban ridotti ed il principiante riuscirà
a completare le sue prime partite in meno tempo.
Le pietre sono di colore bianco e nero ed hanno la forma di piccoli
dischi biconvessi, sono fatte di plastica o vetro nella maggior parte dei set
da gioco, mentre nelle edizioni di lusso vengono ricavate da conchiglie
(bianco) od in ardesia (nero). Teoricamente vi dovrebbero essere 181 pietre
nere e 180 pietre bianche, dal momento che le 361 pietre corrispondono al
numero di intersezioni sul classico goban 19x19, ma in pratica 150 pietre di
ciascun colore dovrebbero essere più che sufficienti.
Lo spessore della tavola da gioco e delle pietre varia a seconda dei
casi, in generale maggiore è lo spessore meglio è. Trovare un set da Baduk in
Italia non è facile, essendo ancora poco diffuso, ma online troverete numerosi
negozi che vendono diversi kit: da quelli economici, 30/40 euro, a quelli di
lusso dal valore di migliaia di euro.
Le Regole di Base:
Il Baduk, pur essendo un gioco enormemente complesso, ha solo poche e
semplici regole, che possono essere imparate in una mezz'ora Il Baduk può
essere appreso in pochi minuti, ma richiede una vita per essere padroneggiato.
La tavola da gioco dovrebbe essere vuota all'inizio della partita. Il
giocatore che prende le pietre nere gioca per primo. Ogni giocatore
alternativamente pone una pietra sopra un’intersezione vuota del goban, e non
in uno dei rettangoli, fino a quando la partita non è conclusa.
Normalmente, il giocatore che è meno bravo prende il Nero. Se entrambi
hanno lo stesso livello di abilità, procedono al sorteggio del colore tramite
un indovinello. La procedura per la scelta dei colori è la seguente[4].
La persona più anziana o più forte prende un pugno di pietre dalla ciotola,
l’altro giocatore cerca di indovinare se il numero di pietre nella mano del
primo sia “pari” o “dispari” e mostra due pietre nel primo caso od una pietra
nel secondo. Se la risposta è corretta prenderà il Nero. In questo caso un
certo numero di punti, normalmente 5,5 o 6,5 viene concesso al Bianco quale
compensazione per lo svantaggio di cominciare per secondo.
A differenza degli altri giochi da tavola, nel Baduk, la pietra non può
essere spostata una volta che viene posta sul goban, a meno che non venga
catturata e quindi rimossa dalla tavola da gioco.
Le pietre rimosse dal goban, vengono chiamate prigioniere, sono tenute
solitamente nel coperchio della ciotola del giocatore che le ha catturate ed
usate per riempire il territorio dell’avversario alla fine della partita. La
cattura ed il riempimento del territorio saranno oggetto di una successiva
lezione.
[1]
Spesso la tavola da gioco, Board in
inglese, viene indicata anche con il vocabolo Giapponese “Goban”. In queste
lezione useremo il termine giapponese o quello italiano.
[2] Nel
proseguo delle lezioni useremo unicamente il termine Giapponese “hoshi”, dal
momento che è quello generalmente usato in Italia, dove solo rarissimamente si
ricorre al termine “punto stella”.
[3] In
questa traduzione riporteremo i termini Giapponesi e Coreani romanizzati, senza
riportare i corrispettivi ideogrammi.
[4] L’estrazione del colore
viene chiamata col termine giapponese Nigiri, un breve video prodotto dal Go
Club di Milano ne fornisce un ottimo esempio: video per il Nigiri.
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